Musica
Cos’è l’autotune, come funziona e chi lo usa tra i cantanti italiani e stranieri
Che cos’è l’autotune e come funziona questo strumento utilizzato da diversi cantanti italiani e stranieri? Negli ultimi tempi, l’utilizzo dell’autotune rappresenta uno degli argomenti più discussi tra gli addetti ai lavori del mondo della musica per il suo largo uso soprattutto tra esponenti della musica trap e rap.
A che cosa serve, quindi, in concreto l’autotune? Rappresenta un aiuto per gli artisti nel canto per intonare le note corrette o può essere definito come effetto creativo per dare colore e corpo a una voce? Non esiste una risposta univoca perché dipende dall’utilizzo che ne viene fatto e dal livello di intensità con il quale viene programmato.
Nel corso degli ultimi anni molti artisti italiani e stranieri si sono avvicinati all’autotune, sperimentandone le potenzialità. Qualche esempio? Da Sfera Ebbasta a Madame, da Lazza a BLANCO, senza dimenticare colei che per la prima volta ha utilizzato in maniera evidente l’autotune: Cher, nel brano “Believe”.
Uno strumento ormai consolidato nel panorama musicale, tanto da consentirne l’utilizzo anche al Festival di Sanremo. Lo stesso però risulta ancora oggi essere divisivo tra artisti, addetti ai lavori e fan. C’è chi lo ama e chi non lo sopporta, come espresso apertamente da artisti del panorama musicale italiano, creando non poche polemiche a distanza: Dallo scambio di battute tra Laura Pausini e BLANCO, alle critiche nei confronti di programmi televisivi quali, ad esempio, “Amici” nel quale viene consentito l’uso dell’autotune sia nelle cover che negli inediti dei partecipanti, fino al “dubbio autotune” in una canzone interpretata da Vasco Rossi nel 2023. Di seguito cercheremo di orientarci nel mondo dell’autotune per capire il suo funzionamento e come riconoscerlo, portando esempi di canzoni, artisti italiani e stranieri che da tempo ne fanno largo uso.
Cos’è l’autotune e come funziona
L’autotune è, in senso letterale, un “auto-intonatore”. Come funziona l’autotune? La sua funzione è correggere un suono emesso in maniera stonata, regolandolo sulla nota corretta secondo quanto previsto dalla melodia di una determinata canzone.
Come definire, quindi, l’autotune? Possiamo considerarlo un effetto utilizzato principalmente sulle voci, capace di reintonare live e in tempo reale quanto viene cantato dall’artista. Lo scopo finale è evitare il più possibile sbavature musicali legate all’intonazione.
Per utilizzare l’autotune è necessario servirsi di un software di elaborazione del suono che supporta, appunto, i cantanti durante le esibizioni live e nel lavoro in studio di registrazione.
È possibile dosare l’autotune utilizzandolo in maniera lieve o massiccia. Se usato in modo leggero su voci già intonate, l’autotune servirà per aiutare i cantanti a raggiungere un’intonazione quasi perfetta, senza però aggiungere nessun effetto creativo. Diversamente, se si sceglie di spingere al massimo i parametri del plugin, è possibile ottenere ciò che viene definito “effetto voce robotica”, tipico della musica trap.
Tecnicamente come funziona l’autotune mentre un artista si esibisce?
Quando un artista si esibisce, l’autotune analizza le frequenze della musica e della voce; se dovesse trovare una deviazione della voce rispetto al parametro impostato, si attiva applicando una correzione e portando la nota emessa dalla voce il più vicino possibile all’altezza di tono corretta. L’autotune lavora in un maniera molto veloce e altera la frequenza principale del suono (di solito la voce), senza modificarne la durata. Questo è possibile perché, dopo il campionamento del segnale, questo viene diviso in vari frame parzialmente sovrapposti che vengono spostati per espandere o comprimere il suono in uscita. Il punto dove inizia la correzione di solito segna un salto tra il suono originale e quello corretto. Ricordiamo che l’utilizzo dell’autotune nella maniera più naturale possibile mira a ridurre questo salto.
A cosa serve l’autotune? Perché cantanti, rapper e trapper lo usano
L’autotune, quando veniva utilizzato solo in studio di registrazione, serviva principalmente per correggere l’intonazione della voce, ma anche degli strumenti musicali.
Negli ultimi anni, invece, l’autotune è stato utilizzato anche per dare un certo effetto creativo alla canzone.
In pratica, quando un artista registra una traccia vocale, è possibile applicare l’autotune per regolare automaticamente le variazioni nell’intonazione, correggendo così eventuali note fuori tono che risulterebbero stonate anche a un orecchio non esperto.
Cantanti, rapper e trapper utilizzano l’autotune soprattutto per creare effetti sonori particolari. Per molti artisti rappresenta uno strumento per dare sfumatura alla canzone e alla voce. L’autotune, se usato in maniera evidente, crea un suono “robotico” o “elettronico”, tipico soprattutto della musica trap, identificata con questo particolare suono artificiale applicato alla voce che l’ha resa riconoscibile anche ai meno esperti di musica.
<h2> Come riconoscere se un artista sta usando l’autotune? </h2>
È possibile riconoscere la presenza dell’autotune anche per un ascoltare poco esperto di musica?In linea di massima più l’utilizzo dell’autotune è massiccio, più sarà facile riconoscerlo perchè risulta molto evidente all’ascolto. Se, invece, il suo utilizzo serve per correggere l’intonazione, avvicinando leggermente le note stonate all’intonazione giusta, sarà più complicato da riconoscerne la presenza.
Come si fa a capire se viene usato l’autotune in una canzone? Due sono gli indicatori da tenere presente:
- Una voce, con il supporto dell’autotune, è come se avesse degli “scalini” ben evidenti tra una nota e l’altra. Con l’applicazione dell’effetto dell’autotune il cantato diventa squadrato, senza i glassati naturali che si avvertono quando si canta;
- La voce sembra essere robotica, elettronica e dà l’impressione di essere artificiale.
Cantanti italiani che usano l’autotune
In Italia sono diversi i cantanti che utilizzano l’autotune come effetto sonoro, soprattutto nella musica trap. Tra gli artisti affezionati all’autotune possiamo citare: Sfera Ebbasta, BLANCO, Capo Plaza, Rose Villain, Anna Pepe.
Musica trap, ma non solo. Anche cantanti appartenenti alla musica urban si affidano all’autotune. Ad esempio Madame, artista che sfrutta l’effetto dell’autotune sin dagli esordi, non ha rinunciato a questo strumento nemmeno al Festival di Sanremo durante le sue partecipazioni nel 2021 e 2023, utilizzandolo sia nei suoi inediti che nelle cover proposte per dare colore e corpo alle canzoni. Di seguito abbiamo individuato qualche curiosità legata a due artisti che utilizzano in modo evidente l’autotune: Sfera Ebbasta e Madame.
Sfera Ebbasta e l’autotune rotto
Durante il concerto di Sfera Ebbasta il 22 luglio 2023 a Francavilla al Mare, l’autotune ha smesso di funzionare per qualche secondo durante una canzone proposta in scaletta. Diversi fan hanno registrato un video con il proprio smartphone, postandolo sui social e rendendo virale l’accaduto. Nel video si sentiva la voce di Sfera Ebbasta modificata e in alcuni tratti metallica, segno appunto della presenza dell’autotune e di un suo possibile malfunzionamento.
Madame con l’autotune anche a Sanremo
Madame, artista che utilizza nelle sue performance l’autotune, lo ha utilizzato anche durante le sue esibizioni al Festival di Sanremo sia nell’anno 2021 che nel 2023. Questa scelta ha sollevato diverse polemiche tra gli addetti ai lavori e appassionati di musica che considerano il Festival di Sanremo come la manifestazione canora del “bel canto”.
Nell’anno 2021, Madame ha portato sul palco del teatro Ariston la canzone “Voce” nella quale si avvertiva in maniera evidente la presenza dell’autotune nelle parti cantate dall’artista; anche nella serata cover la cantante vicentina ha scelto di affidarsi all’autotune nella rivisitazione della canzone di Celentano intitolata “Prisencolinensinainciusol”. Nel 2023 Madame ha partecipato nuovamente al Festival di Sanremo, proponendo in gara il pezzo “Il bene nel male” nel quale ha utilizzato in maniera massiccia l’autotune. Polemiche anche per l’utilizzo dell’effetto robotico nella cover cantata con il rapper Izi – “Via del Campo” di Fabrizio de Andrè – uno dei brani che fanno parte della storia della musica italiana.
Altri artisti italiani che usano l’autotune
Non solo Sfera Ebbasta e Madame utilizzano l’autotune nelle proprie performance canore. Nel panorama musicale italiana sono diversi gli artisti che si servono di tale plugin come effetto creativo. Uno dei primissimi cantanti ad introdurre l’autotune in Italia è stato Mecna e, come dichiarato dallo stesso artista, la scelta di sperimentare con l’autotune è nata ascoltando artisti come James Blake o Kanye West che già lo utilizzavano.
Negli ultimi anni abbiamo ascoltato diversi canzoni proposte da big in gara al Festival di Sanremo nelle quali risultava presente l’autotune. Qualche esempio? Ghali con “Casa Mia” ha utilizzato l’autotune senza però eccedere; stessa strategia per Mr.Rain con i pezzi “SUPEREROI” (in gara a Sanremo 2023) e “DUE ALTALENE” (in gara a Sanremo 2024).
Più massiccio, invece, l’utilizzo dell’autotune nelle canzoni di Rose Villain: “CLICK BOOM!” e “HATTORI HANZO” ne sono esempio.
Anche il rapper napoletano Geolier è solito affidarsi all’autotune sia nelle proprie canzoni che nelle cover. Ricordiamo, in tal senso, le interpretazioni del medley “Brivido”, “O’ Primmo Ammore” e “CHIAGNE” sul palco della 74esima edizione del Festival di Sanremo insieme a Guè, Gigi D’Alessio e Luchè.
Un gruppo che ha iniziato a utilizzare l’autotune all’inizio della propria carriera è la band dei bnkr44. Gli artisti toscani, infatti, già nel 2020 si sono serviti dell’effetto dato dall’autotune nel loro primo album intitolato “44.Deluxe”.
Autotune anche per Achille Lauro che, fin dagli esordi di carriera, si è affidato al suo effetto, mixandolo all’estro musicale. Qualche esempio? I brani “Me ne frego” o “Rolls Royce” portati in gara al Festival di Sanremo rispettivamente nel 2019 e 2020 ne risentono dell’utilizzo.
Anche il cantante Tedua può essere annoverato tra gli affezionati dell’autotune. Nei brani“Red light”, “Malamente” o “Hoe” si avverte la sua presenza in maniera evidente e massiccia. Infine alla lista “pro autotune” possiamo inserire anche Lazza: Celebre il pezzo portato al Festival di Sanremo nel 2023 intitolato “CENERE” nel quale si avvertiva un utilizzo preponderante dell’autotune sin dalle prime note.
Cantanti internazionali che usano l’autotune
Diversi sono i cantanti internazionali che usano l’autotune: da Cher, prima artista ad utilizzarlo nel 1998 in “Believe”, ai rappresentanti della scena hip-hop e rap statunitense.
Gli artisti devono ringraziare un certo Andy Hildebrand, ingegnere e scienziato statunitense con una laurea in matematica e un dottorato in geofisica, se oggi possono servirsi dell’autotune. Andy Hildebrand, infatti, viene considerato il padre dell’autotune, messo a punto nel 1996.
Dagli anni 2000 l’effetto autotune è diventato uno dei tratti distintivi di molti artisti, specialmente della scena hip hop e rap statunitense, tra i quali il rapper e producer T-Pain. Tra gli artisti internazionali che hanno usato l’autotune ricordiamo anche nel 2008 Kanye West con l’utilizzo in 808s & Heartbreal. Da lì in poi lo hanno sperimentato in molti: Future, Lil Wayne, Drake, Travis Scott, sono solo alcuni di quelli che hanno osato maggiormente esplorando diversi universi sonori.
Cher e l’uso di Autotune in “Believe”
Cher è stata la prima artista ad utilizzare in maniera evidente l’autotune nel 1998 con la canzone “Believe”. Il brano è diventato un successi mondiali grazie anche al ritornello robotico in cui l’artista ripeteva «Do you believe in life after love?». L’autotune, quindi, è servito per caratterizzare la canzone “Believe” e renderla riconoscibile all’orecchio del pubblico anche a distanza di anni.
Altri artisti che usano l’autotune
Diversi artisti appartenenti al panorama musicale internazionale si servono dell’autotune. Da The Kid LAROI, artista abile nel mescolare trap e melodia, a J Balvin, esponente della musica raggaetton, solito a servirsi dell’effetto autotune in pezzi quali “Mi Gente” o nel featuring con Sfera Ebbasta intitolato “Baby” e uscito nel 2020.
Anche The Black Eyed Peas hanno utilizzato l’autotune nelle loro canzoni: ricordiamo ad esempio “Boom Boom Pow”, nella quale l’effetto è molto marcato.
Dai Black Eyed Peas al cantante statunitense Don Toliver, affezionato all’autotune e utilizzato nelle canzoni “No Idea” e “Deep In The Water”. Alla lista appartiene anche il rapper Lil Tjay: evidente l’effetto robotico in “Told Ya” e “Calling My Phone”. Infine, molte hit internazionali recenti e rese virali dagli utenti sui social si servono dell’autotune soprattutto per rendere le canzoni riconoscibili al primo ascolto. Qualche esempio? “Greedy” di Tate McRae e “Contigo” di Karol G e Tiësto.
Cantanti che non usano l’autotune e polemiche
Vi sono anche cantanti che si sono scagliati contro l’autotune, usato non tanto come effetto creativo ma come supporto nell’intonazione. Da Laura Pausini, con la quale è scaturito un botta-risposta con BLANCO, a Samuele Bersani, critico nei confronti di Sfera Ebbasta per l’uso eccessivo dell’autotune, commentando sui social i problemi tecnici insorti nel concerto di Francavilla al Mare nel luglio 2023.
Di seguito riportiamo alcuni pensieri sull’utilizzo dell’autotune da parte di artisti (Laura Pausini) e addetti ai lavori quali Luca Jurman, quest’ultimo non proprio favorevole al suo utilizzo nel programma tv “Amici”. Infine qualche precisazione sulla possibilità di utilizzare l’autotune al Festival di Sanremo: è lecito o meno farne uso?
La polemica tra Laura Pausini e BLANCO
Laura Pausini, in una intervista rilasciata a Radio Italia, ha criticato l’utilizzo massiccio dell’autotune da parte di alcuni artisti. La cantante romagnola si è espressa in maniera diretta rilasciando il seguente pensiero: “Devo dirlo, scusate, ma adesso cantano cani e porci. Ci sono nuovi ragazzi che lasceranno il segno, ma anche altri che dicono ‘cantiamo una canzone e diciamo delle parole”. Dichiarazioni che hanno suscitato reazioni tra gli affezioni dell’autotune. Ad esempio BLANCO ha avuto modo di replicare alle esternazioni della collega durante un’intervista rilasciata ad All Music Italia, nella quale ha difeso il suo modo di fare musica: “Usiamo l’autotune come sfumatura, come un colore più moderno. Quindi devo dire che non sono d’accordo con Laura Pausini. La stimo ma su questa cosa la penso diversamente”.
Autotune a Sanremo: si può usare al Festival?
Polemiche, soprattutto tra gli addetti ai lavori e giornalisti, durante le edizioni dagli anni 2019/2020 in poi per l’utilizzo massiccio dell’autotune da parte di artisti appartenenti alla sfera urban, trap e rap. Lo strumento dell’autotune è permesso dal regolamento del Festival di Sanremo pertanto gli artisti lo possono utilizzare durante le esibizioni sia negli inediti che nella serata dedicata alle cover. Perché l’autotune è permesso al Festival di Sanremo? Una delle considerazioni più gettonate riguarda la diversa modalità di valutare oggi le canzoni proposte e le performance degli artisti. La voce risulta, così, essere una delle componenti della performance stessa, insieme alla personalità, al modo di stare sul palcoscenico, all’interpretazione e al testo della canzone proposta.
Holden e l’autotune: polemiche ad “Amici”
Il format televisivo “Amici di Maria De Filippi”, in onda su Canale 5, negli ultimi anni è al centro di polemiche per l’utilizzo dell’autotune da parte di allievi in gara per la sezione canto. Nell’edizione Amici 23 uno dei cantanti che ha attirato più polemiche è stato Holden per l’utilizzo massiccio dell’autotune in ogni performance proposta sia nel pomeridiano che nel serale del programma tv. Molte critiche nascono dal fatto che “Amici”, essendo una scuola, dovrebbe insegnare a cantare senza l’utilizzo di strumenti artificiali che possono nascondere problemi di intonazione. Contro l’utilizzo di questi strumenti si sono scagliati sul web molti utenti e addetti ai lavori, uno su tutti Luca Jurman che non ha mai nascosto il suo disappunto per l’uso massiccio dell’autotune. Ricordiamo le critiche ad Holden, ad esempio, dopo l’esibizione andata in onda il 29 ottobre 2023, occasione nella quale il cantante ha scelto di interpretare la canzone “Bella d’estate” di Pino Mango, senza mai privarsi dell’effetto dell’autotune, dando un colore al brano molto lontano rispetto alla versione originale interpretata da uno degli artisti più importanti della musica italiana.
Vasco Rossi e l’autotune nel brano “Gli sbagli che fai”? Le opinioni sui social
Nella canzone “Gli sbagli che fai”, cantata da Vasco Rossi e rilasciata nel settembre 2023 come colonna sonora del documentario Netflix “Il Supervissuto”, si avverte la presenza dell’autotune nel ritornello? Questo dubbio è sorto a diversi ascoltatori che hanno pubblicato video sul social TikTok per rilanciare la questione. Utilizzo dell’autotune anche per Vasco Rossi oppure no? La questione è ancora aperta.