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Trap e Rap: che differenza c’è tra i generi musicali più in voga?

Musica trap o rap? In questo articolo rispondiamo ad alcune delle tue domande sulla musica trap, descrivendo le sue caratteristiche e differenze rispetto al rap e ripercorrendo la sua storia, dalla nascita nelle traphouses ad Atlanta all’affermazione del sottogenere dell’hip hop in Italia grazie ai Trap Kings del 2016, tra cui la Dark Polo Gang, Ghali e Sfera Ebbasta.

Anche Atlanta ha qualcosa da dire: dalle traphouses alla nascita della trap

Mentre negli anni Novanta divampa la guerra hip hop tra East e West Coast, anche il Sud degli Stati Uniti ha qualcosa da dire. Denominata Black Mecca perché attorno ad essa – grazie al blues, agli atenei e all’epicentro del Movimento dei diritti civili di Martin Luther King Jr – si è sviluppata una ricca cultura afroamericana, Atlanta è la capitale del mezzogiorno statunitense in cui alla fine del secolo scorso avviene una profonda trasformazione del sound del rap, dal Dirty South (OutKast e Goodie Mob), al crunk (Lil Jon) e alla musica trap (Young Jeezy e T.I).

Nella metropoli postindustriale americana, in cui nonostante i problemi endemici emerge un senso di comunità e di condivisione, da un lato gli ATLiens André 3000 e Big Boi prendono le distanze dal gangsta rap, dall’altro Lil Jon sfonda nei club pompando i bassi e le percussioni del Dirty South e della Miami Bass con sintetizzatori dell’Eurodance e rime urlate dagli MC. Nelle traphouses, luoghi della periferia di Atlanta adibiti alla produzione e alla vendita di stupefacenti e a feste a base di sizzurp ed erba, Young Jeezy e T.I. gettano le basi della musica trap.

Che differenza c’è tra rap e trap? Significato, caratteristiche e tematiche della musica trap, sottogenere del rap

Già a metà anni Novanta, il termine trap è disseminato tra le barre dei rapper di Atlanta OutKast (Wheelz of Steel, SpottieOttieDopalicuous e Y’all Scared), Goodie Mob (Thought Process) e Cool Breeze (Ghetto Camelot e Black Gangster). Ma solo all’inizio degli anni Duemila la trap assume una propria estetica definita, seppur figlia del rap, grazie a Young Jeezy e T.I. che, intrappolati nei claustrofobici sobborghi di Atlanta, amalgamano i diversi sound del southern rap (DJ Screw, Three 6 Mafia, UGK e Lil Jon).

Tra le caratteristiche distintive di una canzone trap e differenze rispetto al rap dal punto di vista sonoro vi sono l’uso eccedente di percussioni non tipiche del rap quali grancasse e rullanti programmate attraverso la Roland TR-808, hi-hat, i sub-bassi distorti tipicamente dub, le melodie di synth ripetitivi e ipnotici, i beat velocissimi (fino a oltre 140 BPM contro i 80-100 BPM di una canzone rap) e il flow più cantilenato e cadenzato spesso supportato dall’uso dell’autotune (vs. tonalità e metriche differenti in una canzone rap).

Con il suo secondo album Trap Musik (2002), T.I. tiene a battesimo questo sottogenere del rap. La casa fatiscente in bianco e nero nella copertina del disco fa da sfondo alle vicende dei protagonisti di Bankhead, sobborgo del West End di Atlanta di cui il padrino della musica trap e la sua devota fanbase sono originari. Il rapper di 24’s introduce i temi peculiari della musica trap: società autoregolamentate ai margini del mondo, storie di spaccio e trapper cinici e disillusionati circa possibili vie di uscita.

Contribuisce a sdoganare la trap Young Jeezy che, nel suo esordio Let’s Get It: Thug Motivation 101, bilancia pezzi trap con altri più clubbing e street rap. Il terzo polo della trap di Atlanta è Gucci Mane, rapper originario dell’Alabama che radicalizza l’estetica della trap in Trap House (2005) con sfrontatezza e un flow ripetitivo-ossessivo ma fortemente orecchiabile come esemplificato da Icy, la collaborazione tra l’avatar dell’Est Atlanta e Jeezy.

Diventata mainstream negli anni Dieci del Duemila grazie alle produzioni ispirate a questo sottogenere del rap di Drake, Future, Cardi B, Migos, Lil Uzi Vert, Post Malone, XXXTentacion, Young Thug e Travis Scott in vetta alla classifica Billboard Hot 100, la musica trap contribuisce a rendere l’hip hop il genere musicale più popolare nel 2018 secondo i dati raccolti da Nielsen negli USA. Per l’Italia l’Anno della Trap è il 2016, come vedremo nel prossimo paragrafo.

2016, la serie di Discovery+ sull’ascesa della trap italiana

Se oggi il rap è uno dei generi principali nella scena musicale italiana è grazie all’ottima annata del 2016, anno in cui molti degli artisti che oggi dominano le classifiche FIMI e Spotify iniziano a raccogliere quasi in contemporanea i primi grappoli maturi con i produttori Charlie Charles e Sick Luke: Ghali, Tedua, Rkomi, Izi, Sfera Ebbasta e la Dark Polo Gang.

Il consolidamento delle piattaforme di streaming crea un clima favorevole per la vendemmia dei trapper, che introducono nuovi linguaggi e costumi, plasmando il modo di fruire la musica, di comunicare e di usare i social network. Coltivatrice per eccellenza della forma con il suo slang, il suo modo di vestire e di raccontare la propria vita sui social è la Dark Polo Gang.

2016: L’ANNO DELLA TRAP, la docu-serie prodotta da Esse Magazine e disponibile dal 16 settembre su Discovery+, racconta tramite il voice over di Jake La Furia l’annata del 2016 attraverso interviste a cantanti e volti di spicco del panorama rap e trap italiano, tra cui Emis Killa, Enzo Dong, Ernia, Fabri Fibra, Gemitaiz, Luchè, Madame, Rkomi, Side Baby, Vegas Jones, oltre alla partecipazione di manager e producer, tra cui Paola Zukar, Slait e Simone Pizzoccolo.

Alla rivoluzione della trap, per altro già anticipata da precursori come Maruego (Cioccolata), Jesto (Supershallo) e Guè Pequeno (Il Ragazzo D’Oro), la vecchia guardia dei rapper Gué, Marracash e Fabri Fibra risponde alla sfida delle nuove leve pubblicando dischi iconici, come il joint album Santeria di Marracash e Gué uscito proprio nel 2016, tenendo così alto il livello dello scambio intergenerazionale.

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